Assistenza Domiciliare: la testimonianza della fisioterapista Tiziana Tonelli

Oggi vi racconto….

 

Cosa vuol dire per me e cosa faccio durante il servizio di Assistenza Domiciliare che la LIFC finanzia in vario modo da 13 anni e che mi vede coinvolta come fisioterapista.

 

Il progetto è nato nel 2006 e mi si chiedeva di operare in tutto il Lazio… una follia per alcuni, ma per la dott.sa Russo (pediatra), la dott.sa Monni (Assistente Sociale) e per me era un modo davvero speciale di raggiungere chiunque avesse bisogno, a casa, e senza che famiglie con figli piccoli dovessero sobbarcarsi ore di macchina e traffico per far controllare i loro bambini.

Era anche un modo per arrivare nelle case senza lo stress dell’ospedale, delle file, dell’ansia per le risposte delle analisi, del dolore genitore-bambino per i prelievi, e via dicendo.

E così è stato… con un po’ di fatica per noi per gli spostamenti e l’organizzazione (considerando che il pediatra e l’ass. Sociale non erano dedicate a questo, ma in turno in ospedale e quindi con un carico doppio organizzativamente parlando!).

Prima con una macchina un po’ datata, grande, poco agile nel traffico e per i parcheggi, poi con una macchina più piccola e più nuova (ora giunta ad essere un vero “barattolo” di latta ma che continua a portarmi dove si deve, anche se …)

Per roma e provincia con la mia moto, per essere più veloce, avere meno problemi di parcheggio e, diciamolo, più felice soprattutto se potevo fare strade fuori roma!

 

Al Centro si è sempre stabilito da chi andare e perché… nuove diagnosi sicuramente, ma anche aiuto a famiglie con più bambini affetti, famiglie con problematiche sociali, con istruzione povera, con mezzi poveri, con difficoltà a raggiungere il centro, famiglie straniere spaesate ancor più di quelle italiane.

E poi man mano che i bambini crescevano, aiuto ai genitori a gestire le terapie dei figli nella fase adolescenziale e di ribellione, aiuto per gli adulti stanchi da anni di terapie e oramai “confusi” sul come fare, ragazzi trapiantati e con la necessità di reimpostare una vita normale…

E inoltre man mano sono cresciute le mie competenze, e così alla fisioterapia respiratoria, all’ascolto, alle risposte, alla ricerca della soluzione sempre per ogni problema, al cellulare sempre disponibile e alla “via privilegiata” che io ho con i medici e quindi di riflesso per i genitori, si sono aggiunte le terapie per le scoliosi, per le sinusiti, per le adenoidi o post operazioni per i polipi, per gli arti accidentalmente rotti, per l’aiuto ai reflussi, ai mal di pancia, le lingue ustionate, e altri “incidenti” del vivere quotidiano… Perchè l’osteopatia arriva lontano e può essere d’aiuto e coadiuvante in tante cure.

E poi seguire gli allenamenti, l’alimentazione nella giornata e in coerenza con l’allenamento, tasselli in più del servizio.

 

Entrare in una casa è per me un grandissimo piacere e un enorme onore. Chiunque affidi a me il suo bambino, o si affidi esso stesso mi fa un regalo e un onore: perché si fida e si affida.

E io rispondo con tutta la mia passione, la mia empatia, la mia affettività.

Entro sempre con il sorriso perché sono fiduciosa che qualsiasi sia il problema si può risolvere.

Perché confido che insieme ce la possiamo fare tutti. Perché voglio che le famiglie sappiano che attraverso me tutto il Centro è vicino, è a casa, c’è e ci sarà qualsiasi sia l’avvicendamento di persone o cose. Siamo un servizio. Siamo persone a servizio.

Noi esistiamo perché esistete voi e voi potete contare su di noi. Sempre. Perchè una soluzione c’è sempre, una via la troviamo insieme.

 

Andare a casa vuol dire prendere un caffè con la famiglia tra una terapia e l’altra, chiacchierare, capire come poter essere utili, insegnare dove possibile, spiegare, ascoltare le domande, dare risposte e dove non so informarmi al più presto per chiedere e rispondere, se posso anche subito telefonando a chi di competenza, oppure entro le 24 ore, sempre!

Andare a casa vuol dire insegnare che la terapia può essere gioco, può diventare divertimento, può essere velocizzata per avere tempo per fare altro.

Andare a casa vuol dire giocare coi bambini, fargli fare “percorsi” allenanti divertenti, fare giochi di soffio e riempirsi di bolle di sapone fino ai capelli…Vuol dire andare al parco per correre insieme, grandi e bambini, prendendo tempi, saturazione, trovando il giusto ritmo.

Andare a casa vuol dire cullare i bambini cantando canzoni dello Zecchino D’oro mentre fanno aerosol o pep-mask, vuol dire leggere libri insieme mentre fanno aerosol o pep-mask, vuol dire vedere cartoni animati insieme commentandoli mentre fanno aerosol e pep-mask, vuol dire insegnare questo ai genitori per vivere la terapia con la maggior tranquillità possibile.

Vuol dire dare un attimo di tregua alla famiglia nella gestione “di tutti i giorni” della terapia.

Vuol dire dare un occhio esperto allo stato di salute.

Vuol dire percepire disagi da segnalare al personale giusto al Centro, con il quale consultarsi per come agire.

 

Andare a casa vuol dire ascoltare il disagio dei ragazzi più grandi o degli adulti, vuol dire fargli trovare la motivazione personale per fare la terapia, vuol dire non rimproverare mai ma accogliere sempre, vuol dire guidare fino all’auto-motivazione… Non sempre ci riesco, ma di sicuro ci provo sempre!

Vuol dire anche “ci sono, se ti annoi da solo a fare la terapia, chiama la facciamo insieme per un periodo e poi questa inedia ti passerà…non appena vedrai i risultati!”, e questo ha funzionato tante volte!

Andare a casa vuol dire fare terapie osteopatiche non sul proprio lettino di studio, comodi e alla giusta altezza, ma su letti, tappeti e quant’altro… Ma vuol dire offrire un servizio che nessun altro Centro dà… perché il nostro approccio, il mio approccio, è olistico…. E un corpo è un corpo….non nasce e finisce coi polmoni!

 

Andare a casa vuol dire che se durante la visita in ambulatorio si scopre una situazione border-line per un ricovero si prova prima 15 gg di terapia intensa con “l’aiuto di Tiziana” per vedere se il ricovero si possa evitare. Qualche volta abbiamo successo, qualche volta meno… ma qualche ricovero lo evitiamo col cuore sollevato di tutti…famiglie e operatori!

Andare a casa vuol dire andare nelle scuole. Per tranquillizzare genitori e insegnanti, per semplificare la gestione quotidiana degli enzimi. Per rassicurarli su “correre e sudare”….

 

Con noi (dott.sa Monni e me) son sempre venuti i vari pediatri del servizio (dott.sa Russo, dott.sa Patriarchi, dott. Rossi)… a casa, come nelle scuole. Ogni volta che ho un dubbio, una preoccupazione, una domanda della famiglia, loro, o i medici del Centro, non si sono mai rifiutati di rispondermi al cellulare…. E l’intervento quindi è tempestivo ed efficace.

E poi i colleghi fisioterapisti, che oltre a segnalare, preoccuparsi e seguire le persone, non rifiutano mai una telefonata per aiutarmi quando sono in visita…. Loro sanno sempre dove sono e cosa sto facendo e sanno che se chiamo è perché ho bisogno…. Per tutte le altre cose comunichiamo via messaggi per non disturbarci durante il lavoro…

Anche questa è equipe…. Rispetto reciproco, organizzazione e grande stima!

 

E nell’olismo decidiamo anche di fare piccoli progetti speciali, senza nome e senza titolo, ma che aiutano bambini e adulti che oltre la fibrosi cistica hanno altre sfortune “diagnostiche”…

Bambini/ragazzi con autismo o sindromi simili, con ritardi nell’apprendimento, o altre sfortune… Si può condurli grazie all’aiuto di altri specialisti (scuole, insegnanti, altri operatori) ad una migliore accettazione della fisioterapia, si può ritagliare il giusto modo per coinvolgerli e aiutarli a autocurarsi…soffiare non è per tutti così naturale…. Vanno trovati i tasti giusti, i giochi giusti…

Andare a casa vuol dire vivere empaticamente con le famiglie, in qualche modo diventarne quella parte che cerca di risolvere i problemi pratici ma tanto fastidiosi…

Andare a casa è un onore e un immenso piacere.

Andare a casa è parte del mio scopo di vita di essere utile, e quindi lo faccio con molta passione e dedizione perché è la mia vocazione.

 

Lo è anche studiare, essere aggiornata, sapere le risposte. E questo lo rimetto a disposizione sempre, per questo ogni anno mi assento dei giorni per formarmi… per me e per i miei pazienti…. Voglio il meglio per me e per loro!

 

Grata e onorata

Con tutto il mio affetto… GRAZIE!